Era un terzino, ora sogna di infiammare i palazzetti come il suo idolo, Adriano Foglia. La strada l’ha intrapresa, adesso tocca a lui proseguirla lavorando a testa bassa. Lorenzo Canale, universale classe 1998, abruzzese doc nato a Pescara ma residente a Montesilvano, sabato scorso ha coronato il primo sogno della sua storia da giocatore di futsal: esordire in serie A. A 18 anni, quando la tua categoria è ancora la Juniores, non è mai scontato. Antonio Ricci invece gli ha regalato questo momento magico contro il Real Rieti. A 10 anni giocava a calcio nella Caldora, a 12 anni ha scoperto il futsal e non è più tornato indietro.
A 5’ dalla sirena, sabato scorso, Canale si è alzato dalla panchina. Proprio in quel momento, Batista ha inserito il portiere di movimento complicando i piani del destino. Che però erano scritti: l’ultimo minuto è stato comunque tutto per Lorenzo. “Era un giorno che aspettavo da tanto tempo – racconta il mancino puro Canale, tornato a scuola oggi dopo aver giocato anche ieri con l’Under 21 – . Ma devo essere sincero: sabato scorso proprio non me l’aspettavo… Quando il mister mi ha detto “scaldati” mi è preso un colpo. Poi ho visto il portiere di movimento del Rieti e ho pensato: “ecco, è finita”. Il mister però mi ha chiamato lo stesso per l’ultimo minuto. Dovevo entrare al posto di Romano, che però non riusciva ad uscire, credevo di non fare in tempo. Ce l’ho fatta ed è stato fantastico. Poter giocare un minuto in una squadra di fenomeni come la nostra è una grande soddisfazione. Non posso non ringraziare l’allenatore Ricci per avermela regalata. Se ho festeggiato? No, sono uscito con gli amici come al solito, e senza fare tardi perché il giorno dopo avevo la partita con l’Under”.
La carrellata dei ringraziamenti è inevitabile: “Ringrazio anche mio padre e mia madre che non si sono mai persi una mia partita ovunque abbia giocato. Fanno sacrifici e mi accompagnano sempre nella mia vita sportiva con grande passione. Vedermi entrare, anche solo per un minuto, per loro è stato motivo di grande orgoglio”. Nel futsal il suo “papà” si chiama Luca Di Eugenio, che ne ha curato la trasformazione da laterale a universale: “Quando sono arrivato, ero bravino tecnicamente, ma nulla più. Il mister mi ha insegnato tutto: i movimenti, la tattica e a tirar fuori la cattiveria agonistica, il mio più grande limite”.
Dopo aver svolto la preparazione con la prima squadra in estate, è tornato a più riprese ad allenarsi con i grandi. “Sono tutti ragazzi disponibili, amichevoli e simpatici nello spogliatoio. In campo, sono sempre pronti a dare consigli quando sbaglio qualcosa. Lima, Ruiz e Jonas mi hanno davvero impressionato”. L’emozione adesso deve lasciare il posto alla realtà: un cammino lungo di sacrifici e allenamenti per imporsi nelle giovanili (Juniores e Under 21) e ritagliarsi altri spazi tra i big. Prossima fermata, l’Italia: “Sogno una chiamata dalla Nazionale Under 21, farò di tutto per arrivarci. Negli ultimi anni ho sperato in una chance ai Futsal camp, che non è arrivata. Spero di rifarmi presto con l’Under, ma so che dovrò sudarmela e ce la metterò tutta”.