La serie A scopre Jamur: “Tatuaggi, sorrisi e gol per lasciare il segno nel futsal italiano”La serie A scopre Jamur: “Tatuaggi, sorrisi e gol per lasciare il segno nel futsal italiano”La serie A scopre Jamur: “Tatuaggi, sorrisi e gol per lasciare il segno nel futsal italiano”La serie A scopre Jamur: “Tatuaggi, sorrisi e gol per lasciare il segno nel futsal italiano”

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La serie A scopre Jamur: “Tatuaggi, sorrisi e gol per lasciare il segno nel futsal italiano”

Un orologio che segna la sua data di nascita, i nomi dei genitori, un pallone, il suo numero di maglia. La sua storia, umana e sportiva, è scritta sul corpo sotto forma di tatuaggi. Jamur de Sousa ha l’aria da duro, ma un sorriso timido, da bravo ragazzo. In campo, il suo piede sinistro è il biglietto da visita. Se qualcuno non l’avesse ancora capito, può andare a rivedere la perla di sabato scorso, contro la Cogianco: palla rubata, controllo e rasoterra secco per il primo gol italiano. Alla prima partita in serie A, miglior debutto non poteva sognare. Il laterale brasiliano, 26 anni, ci ripensa e allarga il sorriso: “Sono molto contento – dice Jamur, uno scudetto in Brasile con il Brasil Kirin di Falcao nel 2014/2015 – perché da quando sono arrivato lavoro per aiutare la squadra, con i gol e non solo. Aver segnato è una bellissima soddisfazione, ma sinceramente avrei preferito vincere la partita. Speriamo di riuscirci alla prossima di campionato, magari facendo un altro gol. La dedica? Alla mia famiglia, che ci ha seguito in streaming, così come i miei amici più cari in Brasile”.

Ha scelto il numero 22, lo stesso che indossa da quand’era ragazzino. “Mi ci sono affezionato e l’ho voluto anche qui in Italia. L’ho anche tatuato (mostra il polso con un disegno e il 22 al centro)”. A Montesilvano, ha trovato un ambiente accogliente e familiare: “Sto benissimo qui, la città, la gente, il cibo: non potevo fare scelta migliore. E i compagni di squadra, che dire… fantastici. C’è amicizia, voglia, obiettivi comuni: sto vivendo una bellissima esperienza”. Sul campo ha fatto vedere già di cosa è capace palla al piede, ma non è ancora contento: “Devo migliorare ancora tanto – dice con sincerità l’ex nazionale Under 21 brasiliano – . Vengo da un futsal diverso, meno competitivo. Devo trovare il ritmo partita, fare esperienza e avere più continuità in partita. Lo so, lavoro per questo e ascolto le direttive del coach”.

 

 

Orlando D'Angelo
Orlando D'Angelo
Addetto stampa e responsabile della comunicazione - Acqua e Sapone Futsal
Raccontare lo sport, dal campo o da dietro le quinte, in A o nei dilettanti, nei grandi stadi o nei palazzetti, in Italia o in qualsiasi altra parte del mondo. Ovunque rotoli un pallone, regalando emozioni, l’obiettivo è sempre lo stesso: raccontare. Dal 1997 sulle pagine de Il Messaggero, successivamente anche sul Guerin Sportivo, sul Corriere dello Sport e, dal 2009, sulla Gazzetta dello sport. Dal 2010 lavora anche nel futsal: la prima stagione in A2 con l’Adriatica Pescara, dal 2011 è il responsabile della comunicazione dell’AcquaeSapone Unigross Futsal. Con la stessa mission: raccontare lo sport a chi lo ama.

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