La fame del “Toro” Gui, ora anche Nazionale italiano: “Voglio vincere con questa maglia”
Nessuna voglia di fare passerelle o di sottovalutare gli avversari. L’Acqua&Sapone Unigross domani pomeriggio (ore 18) al PalaDiFiore di Ostia (arbitrano Alberto Volpato di Castelfranco Veneto e Daniele Di Resta di Roma 2, crono Ivano Pubblico di Roma 1) vuole allungare la sua striscia di successi – finora sono 5 in altrettante partite giocate – contro un Lido di Ostia affamato di punti e sorrisi, reduce da tre ko consecutivi.
Lo spirito nerazzurro è racchiuso tutto nelle parole di Guilherme Gaio “Gui”, già 9 reti in 5 partite, fresco di prima convocazione in Nazionale italiana nella sua carriera: da domenica sarà a Coverciano con l’ItalFutsal assieme a Mammarella, Murilo e Dudu. “Per me è un grande onore – dice il “Toro” – , la maglia azzurra era un obiettivo della mia carriera quando sono riuscito ad ottenere la cittadinanza italiana”, racconta il pivot 29enne di Campo Bonito. “Questa convocazione arriva in un momento importante della mia carriera e mi rende felice, ma io sono concentrato sulla mia squadra: prima viene l’Acqua&Sapone: se faccio bene qui, la Nazionale è una conseguenza naturale. Ho voglia di vincere con questa maglia, per essere poi all’altezza di quella azzurra. L’inno di Mameli? Dovrò impararlo. A casa mia c’era mia nonna paterna che parlava in italiano, più che altro in dialetto, per me non era facile capire e imparare. Il nonno di mio nonno, Gaio Giovanni, partì da Lamon, provincia di Belluno, per il Brasile alla fine dell’800. Per tutta la mia famiglia è motivo d’orgoglio avere radici italiane. Sarà un’emozione grande indossare il tricolore”.
Prima però c’è da vincere un’altra partita con la maglia del cuore, quella nerazzurra. “Sì, dobbiamo fare altri punti contro il Lido di Ostia, non sarà facile. Ma siamo pronti a dare battaglia ancora una volta. Non vogliamo sprecare nessuna occasione. I miei gol? Vivo per quello, ma devono essere preziosi per la squadra, non per me. Io lavoro per il gruppo e per questo club fantastico”.
Dalla paura di non farcela alla chiamata dell’Italia: in un anno è cambiata la vita di Gui. Proprio a Ostia, un anno fa, segnò i primi gol pesantissima della sua avventura con l’Acqua&Sapone. “Ricordo ancora le difficoltà dell’inizio, non capivo la lingua, non ero mai stato in Italia e la palla non voleva proprio entrare in porta… Il gioco era diverso e venivo anche da qualche infortunio. Poi è cambiato tutto, mi sono inserito, sono stato accolto da tutti come un fratello qui e i risultati sono arrivati (25 i suoi gol totali nella passata stagione). Ma non mi basta: ho ancora tanta fame. Come ci diciamo sempre nello spogliatoio: non abbiamo fatto ancora nulla”.